Nel nostro Paese, a motivo dei flussi migratori, negli ultimi anni sono cresciuti sensibilmente i matrimoni misti. Secondo i dati Istat nel 1998 erano il 3% del totale, nel 2008 il 10%, nel 2011 il 13%.
A partire da questo quadro, l’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia, l’Ufficio Nazionale per i problemi giuridici, l’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, armonizzando attenzioni diverse, intendono offrire alle Chiese locali un Convegno quale occasione in cui fare il punto sulla questione, analizzando le differenti situazioni e stimolando un rinnovato sguardo pastorale.
“L’interesse su tale tema – spiega Mons. Enrico Solmi, Presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita – si estende dalla preparazione alla celebrazione del matrimonio alla successiva vita familiare in vista della vita cristiana all’interno della comunità, del successivo cammino di iniziazione cristiana dei figli che nasceranno, assicurando una presenza efficace e discreta di chi può con verità accompagnare e sostenere gli sposi”.
Continua il Vescovo: “Accanto all’esigenza di conoscere oltre alla disciplina canonica relativa ai matrimoni misti, anche la condizione dei nubendi – ossia l’insieme di condizioni religiose, sociali, esistenziali che compongono quel patrimonio di vita che viene ad essere condiviso proprio nella vita familiare che si prospetta davanti a loro – c’è la necessità di valutare con delicata attenzione tutti gli aspetti che l’appartenenza a comunità distinte comporta e che l’esperienza pastorale della Chiesa suggerisce alla cura delle comunità: dal pericolo di una generale indifferenza religiosa alla possibilità per la parte cattolica di compromettere l’integrità della fede con conseguenze evidenti sulla vita familiare ed ecclesiale e sulla educazione dei figli”.
Il titolo del Convegno – “Amarsi e sposarsi nei matrimoni misti: attenzioni pastorali e canoniche” – valorizza un passaggio del recente testo di Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia della Commissione Episcopale Famiglia e vita, che chiama la comunità cristiana ad una cura specifica dei fidanzati, maggiormente se in situazioni particolari quali le differenze di culto.
Il Convegno, che si è svolto a Roma (Domus Mariae, via Aurelia 481) dal 21 al 23 febbraio, ha preso in considerazione in particolare i matrimoni fra cattolici ed evangelici, fra cattolici e ortodossi, fra cattolici e islamici. L’intenzione è di dare ora i fondamenti, per poi offrire in evento successivo le specifiche indicazioni pastorali per un adeguato accompagnamento delle differenti situazioni: si tratta di accogliere chi, pur professando una diversa fede, chiede il matrimonio cattolico; discernere i differenti casi di vincolo nuziale che si vengono a creare; accompagnare anche dopo il matrimonio questi sposi nella fede cattolica; educare alla vita buona del Vangelo queste nuove famiglie.
CEI – Conferenza Episcopale Italiana
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